
Una giovane femmina alpha
Una giovanissima femmina somaticamente primitiva, nata e rimasta libera, ha sviluppato rimarchevoli capacità di sopravvivenza e di autogestione. UNA GIOVANE FEMMINA ALPHA Appare decisamente inverosimile
I grandi cani da guardia nativi della vasta area d’influenza culturale tibetana, più conosciuti nel massificante ed ormai asfittico binomio “mastino tibetano”, sono probabilmente la varietà più antica, complessa, discussa e controversa del panorama canino mondiale. La genesi dell’irresoluto che l’accompagna pertiene il loro non essere stati giustamente compresi poiché non è mai stata sufficientemente esplorata l’ampia documentazione storica che li precede. La passione dei singoli nei riguardi di questi leggendari custodi di numinose e seducenti terre corteggiate da montagne sacre e cieli nomadi, s’è limitata a rimanere circoscritta in ambiente fenomenico, mai davvero corrisposta da una strutturata inchiesta sulla loro natura e le loro più recondite motivazioni. Principalmente, è mancata una completa inventariazione del vasto retaggio documentale disponibile e un corretto lavoro d’esegesi dello stesso. L’assenza di una sistematica consapevolezza delle motivazioni di questi animali, si traduce nella sfigurazione della loro articolata realtà territoriale attraverso percezioni contemporanee unilaterali ed empiriche. Gli errori e le approssimazioni nell’acquisizione dei dati sono stati reiterati nella letteratura di settore in modo viziosamente circolare, riecheggiando infine in un’ineludibile e desolante disinformazione che si riscontra oggi nell’agorà digitale.
Le sensazioni d’irrisolto, lacunoso, approssimativo invariabilmente emanate da contemporanei scritti con una qualche pretesa letteraria sull’argomento, ci hanno motivato ad intraprendere una strutturata ricerca storica dapprincipio. Nel corso di tale attività, è stato raccolto un significativo quantitativo di materiale documentale in varie parti del mondo, successivamente organizzato in un fondo librario e in un archivio d’esponenziale crescita. La raccolta comprende la quasi integrale bibliografia retrospettiva relativa ai cani da guardia tibetani a partire dal XVIII secolo ed è attualmente (2022) composta da oltre milletrecento volumi in undici lingue, per la maggior parte nelle prime edizioni di stampa – alcuni in tutte le singole edizioni di stampa – inclusi titoli superstiti in pochissimi esemplari ed assenti, o difficilmente reperibili, nei principali cataloghi delle biblioteche del pianeta. A queste opere si sommano libri, documenti e manoscritti con riferimenti plausibili ai cani del Tibet a partire dal 1500, centinaia di riviste e quotidiani a partire dal XIX secolo, oltre a plurimi e non conteggiati contenuti ristampati. Il repertorio documentale è integrato di elementi artistici, iconografici, archeologici, fotografici, cartografici e folkloristici.
La collaborazione con la Zoological Society of London, la The Royal Society for Asian Affairs, la The British Library e con diversi enti museali, universitari, bibliotecari ed archivi privati nel mondo, sta permettendo inoltre la riesumazione e digitalizzazione di materiale e documenti finora rimasti inediti. L’obiettivo della raccolta è renderla un corpus con la repertoriazione di ogni testo e contenuto riferiti o riferibili ai cani del Tibet fino alla fine del Novecento, aggiornandola con le pubblicazioni più rilevanti dell’età contemporanea. Il catalogo bibliografico prosegue e dà corpo al già considerevole lavoro di ricerca di Sylvia Simsova del 1979.
In correlata conseguenza della ricerca primaria, il fondo librario costituisce un cospicuo repertorio sulla storia e la religione del Tibet e di diversi paesi orientali, sulla storia naturale, la zoologia, la biologia, l’antropologia, la geografia, e sulla storia del costume occidentale con prevalenza inglese, principalmente del periodo compreso tra il XVIII e il XX secolo. Grande attenzione è riposta nella cura dei più rari ed antichi volumi e documenti testuali attraverso restauri conservativi eseguiti dalle maggiori legatorie romane e vaticane.
La raccolta è quindi cardine ed effetto di uno strutturato lavoro di ricostruzione storica della realtà dei grandi cani del Tibet, delle loro motivazioni e differenti declinazioni, teso ad analizzare le fonti dal principio, senza finalizzarle ai risultati posteriori conseguiti sulla base di presupposti parziali e spesso congenitamente erronei, sintetizzabili in una superflua rappresentazione d’ipotesi priva di qualsivoglia valore scientifico.
La divulgazione degli esiti avverrà attraverso opere originali ed articoli specializzati, mentre è in corso d’organizzazione l’accesso diretto al fondo librario e all’archivio per i soci della BDTS.
Una giovanissima femmina somaticamente primitiva, nata e rimasta libera, ha sviluppato rimarchevoli capacità di sopravvivenza e di autogestione. UNA GIOVANE FEMMINA ALPHA Appare decisamente inverosimile
Dopo un periodo di sospensione di alcuni anni, è ripresa l’attività di conservazione genetica dei nostri esemplari attraverso la loro riproduzione. gli esiti delle riproduzioni
Dopo la ripresa nel 2021, anche nel 2022 abbiamo ritenuto opportuno procedere con la conservazione della linea genetica di alcuni esemplari presenti nella nostra struttura.
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