Una giovanissima femmina somaticamente primitiva, nata e rimasta libera, ha sviluppato rimarchevoli capacità di sopravvivenza e di autogestione.

UNA GIOVANE FEMMINA ALPHA

Appare decisamente inverosimile che un singolo giovanissimo grande cane del Tibet, una femmina di appena sette mesi e mezzo di età, possa suscitare così tanto interesse rispetto alla globalità degli esemplari della BDTS, da meritare una menzione a parte. Ed infatti così non è. O meglio, le sue caratteristiche fenotipiche raccolgono la nostra attenzione, ma come lo fanno sostanzialmente tutti gli esemplari che abbiamo importato e selezionato nel tempo.


In questo caso, l’interesse non è quindi specificatamente relazionato al suo aspetto, da individuo per altro necessariamente immaturo, e neppure al suo carattere, che riflette quello di tutti i grandi cani del Tibet che la circondano.  


Ma una menzione la merita invece la sua genesi ed alcune attitudini ancestrali che quest’ultima ha favorito.


Nata in una tana scavata nella terra, senza che sussistesse la possibilità di persuadere la genitrice a partorire al chiuso (nonostante le temperature avverse), questa femmina è vissuta in assenza di strutture di contenimento fin dal primo giorno di vita, con eccezione del perimetro discrezionale della struttura che la ospita. Entrata in contatto con quasi tutti gli adulti residenti, ha rapidamente imparato a considerarsi membro di un vasto branco del quale, a partire dal settimo mese di età, ha iniziato con perseveranza tanto ostinata quanto utopica, a tentare la scalata gerarchica.

Nel tempo, essa ha maturato una notevole capacità nel procurarsi il cibo autonomamente, sviluppando tecniche di caccia incredibilmente efficaci verso gli unici animali selvatici che azzardano incursioni nel perimetro in presenza di esemplari liberi, ossia volatili ed occasionali piccoli terrestri. Ogni giorno, a partire dal sesto mese di età, rinveniamo al mattino una o più carcasse di varie specie animali, da lei difese con decisione. Nonostante sia lautamente nutrita con cibo crudo, e per quanto viva all’interno di uno spazio circoscritto, questa femmina appare quindi perfettamente in condizione di alimentarsi da sola. Con una rimarchevole differenza rispetto a cani paria o randagi, ed anche a diversi membri selvatici del genere canide, ossia senza attitudini necrofile o spazzine, ma invece predando con successo attraverso consapevoli appostamenti in alcuni precisi corridoi della struttura nei quali, soprattutto per gli uccelli, è meno agevole riuscire a conquistare il volo rapidamente. 


La sua relazione col mondo esterno, visto per il momento dall’interno del suo territorio, è passata brevemente dallo studio defilato delle circostanze, a reazioni sempre più decise ed eclatanti ma comunque ponderate, soppesando gli obbiettivi.


Pur non essendo, nella nostra esperienza, il primo cane nato all’esterno, in una tana, è l’unico fino ad oggi rimasto completamente libero fin da quel primo momento, rimanendole, allo stato attuale, totalmente sconosciute anche le più basiche forme di contenimento e circoscrizione. Sostanzialmente non vede inibiti, in alcuna forma, i suoi istinti ancestrali.


Questa femmina non sarà ulteriormente menzionata pubblicamente fino alla fine del suo – lento – sviluppo ma, naturalmente, i membri della BDTS potranno seguirne l’evoluzione nei canali privati della Società. 



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